Nel 2025, il mercato internazionale della banda stagnata è dominato dalla Cina, che concentra il 39% della capacità mondiale e stabilisce i prezzi di esportazione, mentre Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi applicano dazi e misure antidumping per proteggere le proprie industrie.


La capacità globale di produzione ha raggiunto 18,1 milioni di tonnellate nel 2024, con la Cina che ne produce 7,15 milioni, quasi il doppio dell’Europa e quattro volte più del Giappone. Tra gennaio e maggio 2025, l’82% dell’aumento mondiale delle esportazioni è provenuto dalla Cina, consolidando la sua posizione di principale fornitore globale.

Il commercio di importazioni ha totalizzato 5,43 milioni di tonnellate, guidato dall’Europa (38%), seguita dal Nord America (25%) e dall’Asia (24%). La Cina ha mantenuto prezzi di esportazione competitivi, mentre i dazi e le misure di difesa commerciale negli Stati Uniti, nell’UE e in altri mercati cercano di bilanciare la concorrenza.

Con l’entrata in vigore del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) — un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere promosso dall’Unione Europea — nel 2026, che richiederà certificati di emissione di carbonio, i produttori dovranno adattarsi a una doppia pressione: i dazi tradizionali e i costi ambientali, favorendo coloro che operano con un minore impatto ambientale.