Deledda è un artista unico che ammaccava lattine di bevande per divertimento finché non ha deciso di levigare la superficie e ripetere questo processo con la lattina “in bianco”. Il risultato sono le sue famose opere d’arte che gli hanno garantito un successo mondiale. Attualmente collabora con un produttore per realizzare lattine scolpite in modo industriale e sogna di realizzare le sue lattine su scala architettonica. Per il momento, tutti i suoi pezzi sono fatti a mano. Con l’alluminio produce anche penne personalizzate con il suo progetto Crushmetric.
D: Noah, il tuo lavoro è incredibile. Come è iniziato il tuo interesse nel trasformare lattine di alluminio in opere d’arte?
R. Il mio interesse per scolpire lattine di alluminio è iniziato nel 2004. Ero in un viaggio in auto con amici e, dopo aver finito una lattina di Red Bull, l’ho schiacciata parzialmente e ho iniziato a giocarci per noia. Mi sono reso conto che la struttura ammaccata del cilindro formava una geometria interessante. Quell’idea è rimasta nella mia mente e ci sono tornato poco dopo.
D: Puoi raccontarci qualcosa sul processo creativo dietro ogni pezzo?
R: Il mio processo creativo abbraccia le imperfezioni: i graffi e le ammaccature. Il graffio consuma e lucida la superficie della lattina, mentre l’ammaccatura riorganizza la struttura per creare forme, motivi e composizioni.
D: Come e quando inizia questo processo?
R: Non si può forzare la forma che creo. Tutto inizia con la scoperta di ciò che la lattina permette di fare e poi lavoro all’interno di questi limiti. A volte, un design porta questi limiti fino al bordo del collasso.
D: Fai tutto a mano davvero?
R: Sì! Ognuna delle mie sculture è realizzata rigorosamente a mano. Questo metodo mi permette di mantenere l’essenza del mio lavoro: una lattina di alluminio ammaccata.
Tempo ed Evoluzione del Lavoro
D: Quanto tempo ci vuole per completare un pezzo?
R: Una scultura ufficiale, pronta per essere esposta o venduta, può richiedere fino a 20 ore per essere completata. Tuttavia, mi esercito e faccio schizzi ogni giorno. Uno schizzo è un esercizio più veloce e casuale che mi richiede tra i 10 e i 15 minuti.
D: Quante lattine hai consumato prima di arrivare a quel “momento eureka” che ti ha reso un artista unico al mondo?
R: Ho bevuto molte lattine e ho avuto diversi momenti “eureka” lungo il cammino. Ma uno dei momenti più importanti è avvenuto dopo sei anni di pratica, quando ho deciso di usare una lattina senza marca, “in bianco”. L’ho levigata e lucidata prima di scolpirla. Il risultato è stato impressionante. La superficie liscia e brillante esaltava le forme in modo più diretto, senza distrazioni. È stato allora che ho deciso di dedicarmi completamente alla scultura su lattine. Fino a quel momento, ero stato più concentrato sulla pittura e ammaccare lattine era solo un passatempo.
Esplorando Nuovi Materiali e Formati
D: Hai sperimentato con altri materiali o la tua arte si concentra esclusivamente sull’alluminio?
R: Ho lavorato con lattine di aerosol, che sono fatte di acciaio. Anche se il materiale è più spesso e difficile da manipolare, voglio continuare a esplorarlo.
D: Dai tuoi primi prototipi, hai considerato di creare pezzi più grandi, sculture o anche edifici ispirati alle lattine?
R: Sì, ho pensato di fare pezzi più grandi e sicuramente lo farò. Creare opere su scala architettonica sarebbe incredibile. Sto anche collaborando con un produttore di lattine per esplorare la possibilità di produrre lattine con forme scolpite in un ambiente industriale.
Concetto e Accoglienza del Pubblico
D: Il tuo lavoro ha avuto un concetto fin dall’inizio o si è evoluto con il tempo?
R: All’inizio, il concetto non era chiaro. Come la tecnica, si è sviluppato con il tempo. L’idea ha preso forma quando ho combinato l’atto di graffiare con quello di ammaccare, consolidando il concetto di accettare ciò che normalmente sarebbe considerato un difetto.
D: Come ha ricevuto il pubblico la tua arte?
R: Quando ho iniziato a condividere il mio lavoro, la domanda più comune era: “Come hai fatto?”. Mi piace che la mia arte susciti curiosità, anche se molte persone dubitavano che lo facessi a mano. In generale, il mio lavoro è stato ben accolto in tutto il mondo, probabilmente perché la lattina di alluminio è un oggetto familiare, ma io la presento in un modo nuovo.
D: Hai esposto il tuo lavoro in diversi luoghi del mondo. Qual è stata l’esperienza più memorabile della tua carriera finora?
R: Mi è piaciuto viaggiare per condividere la mia arte. Due delle esperienze più memorabili sono state ad Art Basel a Basilea, in Svizzera, e alla Swiss Art Expo a Zurigo. Entrambi gli eventi mi hanno permesso di interagire con il pubblico e dimostrare la mia tecnica.
Crushmetric e Nuove Creazioni
D: Ora hai una “cotta” per il tuo nuovo progetto, Crushmetric. Raccontaci di cosa si tratta.
R: Crushmetric è una linea di prodotti basata su un meccanismo di cambiamento di forma che ho inventato nel 2018. L’idea proviene direttamente dalla mia arte e dalla sua relazione con la matematica e la fisica. Ho analizzato e applicato questi principi per sviluppare qualcosa di completamente nuovo, lanciandolo ufficialmente nel 2021.
D: Il primo prodotto di Crushmetric è stato lo SwitchPen, una penna la cui superficie cambia di texture con un semplice clic, imitando l’effetto delle tue sculture su lattine. Come sei passato dalle lattine alle penne?
R: Quando ho inventato il meccanismo Crushmetric, tutti i miei prototipi erano fatti a mano con stampi e strumenti manuali. Poi ho iniziato a usare software di progettazione e una stampante 3D. In un esperimento, ho deciso di stampare il meccanismo nella sua versione più piccola possibile, e si è scoperto che era delle dimensioni di una penna. Così è nata l’idea dello SwitchPen.
D: Hai nuove creazioni in arrivo?
R: Sì, ho diverse idee entusiasmanti per il futuro. Tra queste, nuove sculture, un’applicazione su larga scala del mio lavoro scultoreo e altri prodotti e collaborazioni all’interno di Crushmetric.
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