La FAO riferisce che gli oceani Pacifico, Indiano e Atlantico forniscono grandi quantità di tonno tropicale per la lavorazione del tonno in scatola. Le specie con le maggiori catture secondo questo organismo sono: tonnetto striato, tonno pinna gialla, obeso, tonno bianco e tonno rosso.


L’inscatolamento è una combinazione di tradizione e modernità, con pratiche che garantiscono la sicurezza alimentare del prodotto. In questi processi, tutte le parti indesiderate del tonno vengono rimosse e solo la parte posteriore del tonno viene conservata per preservarne il valore nutrizionale. Il calore è l’unica risorsa utilizzata per offrire un alimento sterilizzato, senza conservanti, pronto per essere immesso sugli scaffali dei supermercati.


Il tonno in scatola è un alimento base della dieta, ma le conoscenze sulle sue proprietà nutrizionali sono scarse. Il tonno contiene una notevole quantità di proteine con un’importante varietà di aminoacidi essenziali. Inoltre, fornisce anche acidi grassi omega-3 a catena lunga (EPA+DHA), vitamine B, D ed E e minerali come fosforo, potassio, iodio e selenio.


Il cibo che mangiamo, come il tonno, è influenzato dall’interazione di diversi elementi presenti nella sua composizione. Questa interazione è fondamentale per l’assorbimento delle sostanze nell’intestino e determina anche il modo in cui si sviluppano i meccanismi fisiologici all’interno del corpo umano. Qui entra in gioco il selenio, che ha la capacità di bloccare l’assorbimento del mercurio come effetto protettivo.


Più di dieci anni fa, l’americano Nicholas Ralston, insieme a John Kaneko, fu incaricato di avviare uno studio con modelli in vivo per misurare l’effetto protettivo del selenio contro il mercurio. Questo lavoro ha portato alla creazione del rapporto HBVSe da parte dello scienziato, che ha permesso di fare una panoramica molto più realistica del consumo di pesce. Inoltre, altri esperti di varie nazionalità hanno contribuito con i loro risultati ad aggiungere ampiezza e profondità al lavoro iniziale.


Poiché il selenio svolgerebbe un ruolo essenziale nel nostro organismo e sarebbe legato ai livelli di mercurio che assumiamo con l’alimentazione, esiste una relazione tra le due sostanze. Questa corrispondenza ha fatto sì che un’elevata assunzione di pesce riducesse significativamente il rischio di malattie immunitarie per gli abitanti più longevi del Paese.


I risultati di recenti misurazioni per determinare il rapporto tra mercurio e selenio nel tonno, conservato per l’inscatolamento, mostrano una presenza molto elevata di selenio. Secondo gli scienziati, il selenio supera il mercurio di dieci volte, il che giustifica le conclusioni di cui sopra sulla sua quantità.
Il progetto SELATUN, scoperto da ANFACO-CECOPESCA, ha rivelato l’apporto medio di 12 volte più selenio che mercurio nei prodotti in scatola spagnoli disponibili sul mercato. Ciò significa che il consumatore può essere sicuro che le dimensioni dei pesci utilizzati per l’inscatolamento soddisfino gli standard. In questo modo, la protezione degli alimenti è assicurata.