Annunciata nel giugno 2023, la decisione dell’azienda italiana Bolton Food, proprietaria del marchio di sardine e sgombri in scatola Saupiquet, di lasciare la Francia è diventata effettiva, secondo quanto riportato dal quotidiano Rue20.


L’azienda agroalimentare, secondo quanto riportato dai media francesi, ha chiuso l’ultima fabbrica di conserve in Francia il 20 dicembre per trasferire la produzione in Marocco e Spagna.


Saupiquet, con sede a Quimper, lavorava sardine, sgombri e tonni da oltre un secolo. In questa parte della Bretagna si sta chiudendo un’epoca.
La chiusura di questa fabbrica comporterà la perdita di oltre 100 posti di lavoro, con 155 dipendenti e le loro famiglie interessate, aggiungono le stesse fonti.
Parlando con Ouest France, Loïg Chesnais-Girard, presidente della regione Bretagna, ha ritenuto che Questa decisione del gruppo italiano Bolton Food, motivata dalla ricerca di una redditività a breve termine, va contro le esigenze del nostro paese e dell’Europa in termini di sovranità alimentare”, sottolineando che “questa decisione del gruppo italiano Bolton Food, motivata dalla ricerca di una redditività a breve termine, va contro le esigenze del nostro paese e dell’Europa in termini di sovranità alimentare”.sottolineando che “In un momento in cui dobbiamo rafforzare le nostre filiere agroalimentari e garantire posti di lavoro industriali di qualità, questa uscita è un preoccupante passo indietro a livello industriale”.


Per Bolton Food, la decisione di chiudere l’ultima fabbrica di conserve Saupiquet in Francia si spiega, da un lato, con la volontà di ridurre i costi di produzione trasferendo l’attività in Marocco e Spagna, dove “la manodopera è più economica”, secondo i media francesi, e, dall’altro, con il calo delle vendite del marchio in Francia.


Nella sua dichiarazione rilasciata nel giugno 2023, il gruppo italiano ha riportato “cali nelle vendite e nei volumi di produzione con conseguenti risultati negativi”. “Il calo delle vendite e dei volumi di produzione ha portato a risultati negativi”. Ha citato un calo fino al 25% nell’arco di tre anni, in quanto l’azienda deve affrontare la concorrenza di altri operatori, in particolare di grandi marchi di vendita al dettaglio.