Il mercato globale degli alimenti in scatola è stato valutato a 573,89 milioni di dollari nel 2020 e crescerà ad un tasso di crescita annuale composto dell’8,9% dal 2020 al 2027, secondo un recente rapporto che cerca di analizzare l’impatto che Covid ha avuto sul mercato globale degli alimenti in scatola. Questo impatto, come determinano, varia. Mentre i mercati dell’Asia e dell’America Latina stavano già sperimentando una crescita costante a causa di una tendenza crescente degli acquisti di cibo in scatola, l’impatto immediato della pandemia non è stato uguale in tutti i settori.
La pandemia ha portato immediatamente a cambiamenti nelle abitudini di consumo: scorte a breve termine e rifornimento della dispensa con prodotti di base come riso, pasta, noodles e cibi in scatola o conservati, che, secondo vari rapporti, ha portato a un aumento delle vendite nel settore della vendita al dettaglio. Tuttavia, questo non è il caso di quelle industrie che dipendono dal settore alberghiero e della ristorazione. Un esempio è l’impatto non omogeneo della pandemia sull’industria conserviera e di trasformazione del pesce e dei frutti di mare nel suo complesso. Mentre le aziende che commercializzano principalmente i loro prodotti al dettaglio hanno generalmente mantenuto e/o aumentato le loro vendite, gli operatori più legati alla sfera extra-domestica hanno sofferto in misura maggiore, sperimentando una diminuzione del loro fatturato e ricorrendo addirittura all’Ertes.
Ad esempio, ANFACO-CECOPESCA, l’associazione nazionale dei produttori di pesce in scatola, ha recentemente sottolineato che nel 2020, il settore spagnolo del pesce in scatola e dei frutti di mare ha aumentato la sua produzione del 2% in volume e del 4,8% in valore, rispetto al 2019, raggiungendo 359.081 tonnellate, per un valore di 1.755 milioni. Queste sono cifre molto positive in un anno dominato dalla pandemia.