La lotta contro l’applicazione di tariffe sulle importazioni di banda stagnata al di sotto del valore di mercato negli Stati Uniti si sta intensificando tra i produttori di lattine statunitensi. Essi sostengono che la proposta è priva di fondamento e avrà un impatto negativo sulle loro attività, mettendo a rischio fino a 40.000 posti di lavoro.
Un rappresentante del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha riferito che i produttori di Canada, Germania e Cina hanno venduto la latta a prezzi inferiori a quelli stabiliti nei rispettivi mercati nazionali.
L’amministrazione statunitense ha deciso di imporre i primi dazi per compensare la concorrenza sleale nelle importazioni di banda stagnata da Canada, Germania e Cina. Questa misura ha escluso altri cinque Paesi, il che è stato un sollievo per i produttori di lattine che temevano un aumento delle tariffe.
Inoltre, secondo il Dipartimento, saranno applicati dazi antidumping preliminari del 122,5% alla latta importata dalla Cina, compreso il principale produttore del Paese, Baoshan Iron and Steel. Il Dipartimento ha annunciato che saranno applicati dazi preliminari del 7,02% alle importazioni di banda stagnata dalla Germania, tra cui Thyssenkrupp, e del 5,29% alle importazioni dai produttori canadesi, come ArcelorMittal DOFASCO.
Secondo il Dipartimento del Commercio, invece, non saranno applicati dazi alla latta importata da Paesi come Regno Unito, Paesi Bassi, Corea del Sud, Taiwan e Turchia. Questo tipo di metallo, costituito da uno strato di acciaio rivestito di stagno, è ampiamente utilizzato nella produzione di lattine per alimenti, vernici, prodotti aerosol e altri imballaggi.
Un rappresentante ha anche riferito che i dazi in Cina erano elevati a causa della mancanza di cooperazione da parte di uno dei principali produttori durante l’inchiesta. Inoltre, altri intervistati non sono stati in grado di dimostrare la loro indipendenza dal governo cinese, il che ha portato a una determinazione negativa nei loro confronti.
Già a febbraio è stato avviato un caso che è stato seguito con attenzione a causa della petizione di un’azienda siderurgica statunitense chiamata Cleveland-Cliffs. L’azienda ha sostenuto l’esistenza di un dumping estero sul mercato della latta, che ha portato alla chiusura di diversi impianti di produzione negli Stati Uniti negli ultimi anni.
Lo scorso giugno è stato annunciato che il Dipartimento del Commercio aveva deciso di imporre dazi preliminari del 543% sulle importazioni di banda stagnata dalla Baoshan Iron and Steel e dell’89% su altre società cinesi, a seguito di un’indagine parallela separata.
I Paesi citati nella determinazione di giovedì non sono stati indagati per sovvenzioni illegali. Inizialmente si temeva che le tariffe fossero troppo alte, tuttavia la petizione iniziale di Cleveland-Cliffs al Dipartimento del Commercio richiedeva dazi antidumping dal 60% al 296% sulle importazioni da Canada, Germania, Regno Unito, Corea del Sud, Paesi Bassi, Taiwan e Turchia. Alla fine, le tariffe sono state molto più basse del previsto.
Un rappresentante del Dipartimento del Commercio ha riferito che cinque Paesi hanno potuto evitare di pagare le tariffe, pari alla metà delle importazioni di acciaio degli Stati Uniti. La Cina rappresenta circa il 14%, mentre il Canada e la Germania rappresentano il 30% ciascuno.