Nonostante il calo del consumo di pesce in Spagna, l’industria delle conserve e delle semiconserve di pesce ha chiuso il 2024 con un leggero aumento dello 0,7% della produzione, raggiungendo le 308.506 tonnellate, secondo Anfaco-Cecopesca. Il suo segretario generale, Roberto Alonso, ha inoltre evidenziato un aumento dell’1% del valore del settore, che ha superato i 1.898 milioni di euro.

Il tonno è rimasto la specie più prodotta, pari a circa il 70% del totale, con una crescita del 2,5% del tonno bianco. Al contrario, la produzione di sardine e alacce è diminuita del 21,6% a causa della carenza di materie prime.

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La Spagna continua a dipendere dalle importazioni, con una bilancia commerciale del pesce in deficit e un tasso di copertura del 65%. Tuttavia, mentre il commercio estero di prodotti ittici è diminuito dell’1,8%, le esportazioni di prodotti ittici in scatola e preparati sono cresciute del 3,72%, superando le 233.000 tonnellate, con l’Europa come destinazione principale.

Anfaco ha messo in guardia dal continuo calo del consumo di pesce fresco, che a novembre 2024 è diminuito del 3% rispetto all’anno precedente, mentre il consumo di pesce in scatola è aumentato del 3,6%, attribuito all’adattamento alle nuove abitudini di consumo.

Entro il 2025, le priorità del settore includono il consolidamento delle esportazioni e la lotta alla “concorrenza sleale”. “concorrenza sleale” da parte di paesi come la Thailandia da paesi come la Thailandia, i cui prodotti in scatola entrano nel mercato europeo senza rispettare, secondo Anfaco, gli standard dell’UE. L’associazione ha chiesto a Bruxelles un maggiore controllo su queste importazioni.