Il gruppo birrario belga Anheuser-Busch InBev (AB InBev) ha pubblicato i suoi risultati del primo trimestre, riportando un utile significativo di 95 milioni di dollari (90 milioni di euro), in calo dell’84% rispetto all’utile dello stesso periodo dello scorso anno, compreso l’impatto negativo della vendita della sua quota di minoranza in AB InBev Efes, la joint venture russa con Anadolu Efes.
Lo scorso aprile, la società ha annunciato che avrebbe assunto 1,1 miliardi di dollari dalla vendita della sua quota di minoranza in AB InBev Efes. Sul lato positivo, i ricavi sono aumentati dell’11,1%. In particolare, i ricavi combinati dei marchi globali, Budweiser, Stella Artois e Corona, sono aumentati del 6% al di fuori dei rispettivi mercati nazionali.
L’azienda rivela inoltre che il 53% delle entrate derivano ora dalle piattaforme digitali B2B con la base di utenti attivi mensili di BEES che raggiunge i 2,7 milioni di utenti. In particolare, l’utile sottostante è di 1.204 milioni di dollari.
Dopo il nostro precedente riconoscimento come Creative Marketer of the Year ai Cannes Lions 2022, l’azienda è stata riconosciuta da Fast Company come una delle aziende più innovative del mondo nel 2022, classificata al 12° posto a livello globale e al 1° posto nella categoria Nord America.
Nel caso dell’Europa, l’azienda ha registrato una significativa crescita a due cifre sia nelle entrate che nelle spese. L’EBITDA è cresciuto di oltre il 30%. Rispetto al Q1’19, i ricavi sono aumentati a metà di una singola cifra, anche se i volumi nel commercio non hanno recuperato completamente i livelli pre-pandemici. Nel caso del Sudafrica i ricavi sono aumentati del 30,7%, mentre nel caso della Cina c’è stato uno slancio continuo, anche se i risultati sono stati influenzati dalle restrizioni COVID-19.
Nel caso del Canada, il volume di birra ha sovraperformato il settore, guidato dal portafoglio principale, che è cresciuto a metà di una singola cifra, mentre in paesi come Perù, Ecuador e Argentina c’è stata anche una crescita dei ricavi a due cifre, guidata principalmente da iniziative di gestione dei ricavi in un ambiente altamente inflazionistico.
Nel caso dell’Africa escluso il Sudafrica, in Nigeria, i ricavi sono cresciuti di quasi il 50%, nonostante i continui vincoli della catena di approvvigionamento. C’è anche una forte domanda dei consumatori per i marchi, che ha portato a una crescita a due cifre dei volumi e delle entrate, guidata da Botswana, Mozambico, Tanzania e Zambia, Mozambico, Tanzania e Zambia.