La PETA si sta preparando a manifestare davanti a Whole Foods per la persistente vendita di latte di cocco proveniente dalla Thailandia. Recentemente si è scoperto che la produzione di latte di cocco in Thailandia prevede il lavoro forzato delle scimmie. A causa di queste azioni crudeli, rivenditori come Aldi hanno deciso di smettere di rifornirsi di latte di cocco da questo Paese dopo che la PETA ha pubblicato delle indagini sugli abusi sugli animali.


Nel frattempo, la PETA ha rivelato l’intenzione di inscenare una protesta presso un negozio Whole Foods locale con l’aiuto di “attivisti” vestiti da scimmie e con costumi da prigionieri. Utilizzeranno lattine contraffatte di latte di cocco tailandese con etichette che denunciano la crudeltà sugli animali per attirare l’attenzione sul problema e fare pressione sul gigante della vendita al dettaglio affinché prenda provvedimenti. Questa strategia ha avuto successo in altri Paesi e ha fatto sì che diversi negozi abbiano rifornito i loro prodotti con opzioni più etiche.


Per questo motivo la catena di supermercati Whole Foods è stata criticata per aver continuato a vendere il latte di cocco tailandese, che incoraggia il maltrattamento e l’abuso di una specie in via di estinzione. La PETA si è espressa contro questo fenomeno, chiedendo a Whole Foods di smettere di sostenere un’industria che utilizza scimmie incatenate per raccogliere le noci di cocco. L’azienda è inoltre invitata a scegliere fornitori etici provenienti da Paesi come l’India e le Filippine, invece di sostenere gli abusi sugli animali in Thailandia.


Anche alcune aziende che producono latte di cocco e vendono i loro prodotti presso Whole Foods sono state citate in un’indagine di PETA Asia. Si è scoperto che queste aziende utilizzano noci di cocco raccolte dalle scimmie, il che ha sollevato preoccupazioni tra i lavoratori del settore. A seguito di questa esposizione, aziende come HelloFresh, Purple Carrot e Performance Food Group hanno deciso di non approvvigionarsi più di latte di cocco dalla Thailandia. Anche aziende internazionali come Aldi, ASDA e Lidl hanno adottato misure simili.