L’associazione Anfaco accoglie con favore il fatto che l’industria marittima possa ricevere gli stessi aiuti “de minimis” di altre industrie. Il regolamento rivisto mantiene il trattamento nel regolamento specifico per la pesca e l’acquacoltura, ma equipara l’importo a quello che le aziende possono ricevere nel quadro generale.


La Commissione europea ha recentemente annunciato importanti modifiche agli aiuti de minimis nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Gli aiuti de minimis sono aiuti che i governi dell’UE-27 possono concedere alle imprese senza doverli notificare alla Commissione europea, poiché si ritiene che non abbiano alcun impatto sulla concorrenza e sugli scambi. Finora, il tetto massimo per la produzione primaria di pesca e acquacoltura, nonché per le imprese di trasformazione e commercializzazione di questi prodotti, era di 30.000 euro per tre anni.


La Commissione europea ha recentemente modificato questa norma, aumentando l’importo per la pesca e l’acquacoltura a 40.000 euro e a 200.000 euro per le industrie marine, allineandoli a quelli generali. Questa modifica normativa è stata preceduta da un processo di “riflessione” che ha incluso consultazioni pubbliche, statali e delle parti interessate.


L’aiuto de minimis per la produzione primaria nel settore della pesca e dell’acquacoltura è stato aggiornato “sulla base di dati più recenti” su questi settori. In linea di principio, continueranno fino alla fine del 2029. Gli aiuti alle industrie di trasformazione e commercializzazione sono inseriti nel regime generale de minimis per le loro analogie con gli aiuti ad altri settori.


A partire dal 25 ottobre, le aziende della filiera marittima potranno ricevere fino a 200.000 euro in tre anni fiscali, invece dei 30.000 euro di cui potevano beneficiare in precedenza. Per questo motivo l’associazione conserviera Anfaco ha espresso la sua soddisfazione dopo l’ultima modifica, poiché era una delle questioni che l’associazione aveva sollevato quando l’esecutivo dell’UE aveva tenuto consultazioni pubbliche e colloqui con le parti interessate e le autorità nazionali per promuovere questa trasformazione.


Roberto Alonso, segretario generale di Anfaco, ha dichiarato che “questa notizia ci dà grande soddisfazione, in quanto si sta iniziando a risolvere la storica discriminazione contro la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura nei regolamenti dell’UE, che frena la collaborazione pubblico-privato nel sostegno al complesso dell’industria del mare”. Dobbiamo ricordare che in precedenza siamo riusciti a difendere la possibilità che le PMI di trasformazione potessero ricevere sussidi nell’ambito dell’attuale programma FEMPA, 2021-2027, quando la Commissione europea nella sua bozza iniziale l’aveva respinta. Stiamo quindi lavorando affinché questo sia un nuovo passo nel programma di azione legislativa di ANFACO-CECOPESCA, il cui prossimo obiettivo è anche quello di risolvere la discriminazione del Regolamento (UE) 651/2014, che ha bloccato la concessione di aiuti agli investimenti e per il quale il Ministero deve ora notificare alla Commissione europea una PERTE MAR-INDUSTRIA”. Anfaco ritiene che questo emendamento rappresenti un importante passo avanti, almeno fino al 31 dicembre 2029, quando il regolamento sarà rivisto.