La multinazionale Rusal, uno dei più importanti produttori internazionali di alluminio, ha rilasciato i suoi risultati per lo scorso anno 2021. In particolare, le entrate della società per il suo ultimo anno fiscale sono aumentate del 40% a 11,994 miliardi di dollari rispetto agli 8,566 miliardi di dollari del 2020.

Questo aumento è dovuto alla crescita del prezzo medio dell’alluminio a 2.553 USD/t (+41,4% su base annua), trainato sia dalla componente LME1 QP (+38,9% su base annua a 2.303 USD/t) che dalla componente media del premio realizzato2 (+70,4% su base annua a 250 USD/t). Le vendite di VAP sono aumentate del 18,1% a 2.034 mila tonnellate, raggiungendo il 52% della produzione totale (vs. 44% nel 2020) produzione totale (vs. 44% nel 2020).

Come sottolinea il gigante russo, alla fine di febbraio e marzo 2022, alcuni paesi e organizzazioni multilaterali hanno annunciato nuovi pacchetti di sanzioni contro il debito pubblico della Federazione Russa, la Banca Centrale di Russia, un certo numero di banche russe e alcune entità e istituzioni legate al governo russo, così come sanzioni personali contro una serie di individui e altre restrizioni.

Questi sviluppi dovrebbero influenzare le attività delle aziende russe in vari settori dell’economia. In parte a causa delle crescenti tensioni geopolitiche, c’è stato un significativo aumento della volatilità nei mercati azionari e valutari dal febbraio 2022, così come un significativo deprezzamento del rublo contro il dollaro USA e l’euro.

Date le attuali circostanze, l’azienda può potenzialmente incontrare difficoltà nella fornitura di attrezzature che possono portare al rinvio dei progetti di investimento. È probabile che ci sia la necessità di sostituire le linee di credito in valuta estera con debito denominato in RUB, il che potrebbe avere un effetto negativo sui risultati finanziari della società a causa degli alti tassi di interesse nel mercato locale del RUB causati dall’instabilità generale e dal tasso di interesse chiave fissato dalla Banca di Russia al 20%. L’intenzione recentemente annunciata dal governo russo di cambiare la regolamentazione dei prezzi di vendita dei metalli nazionali può avere un effetto negativo sulla redditività dell’azienda.

Inoltre, il 1° marzo 2022, la società ha annunciato che, a causa di inevitabili difficoltà logistiche e di trasporto nel e intorno al Mar Nero, è stata costretta a fermare temporaneamente la produzione nella raffineria di allumina di Nikolaev, nella regione di Nikolaev in Ucraina. La produzione 2021 di questa raffineria ammontava a 1,8 milioni di tonnellate di allumina. Inoltre, il 20 marzo, il governo australiano ha imposto un divieto immediato alle esportazioni di allumina e di minerali di alluminio, compresa la bauxite, verso la Russia. Questa misura colpirà, tra l’altro, l’esportazione di allumina dall’Australia, che rappresenta quasi il 20% della domanda di RUSAL.

La direzione della società sta attualmente valutando l’effetto di tutto quanto sopra e analizzando il potenziale impatto delle mutevoli e incerte condizioni micro e macroeconomiche sulla futura condizione finanziaria della società e sui risultati delle operazioni nel 2022.